Bye bye vitamine! di Rachel Khong | Recensione di Deborah

 

Ogni giorno a San Francisco, quando tornavo a casa dal lavoro, incontravo una vecchietta asiatica all’angolo della strada che, coprendosi il viso con un fazzoletto e ridacchiando, faceva cucù a non so chi. Una volta ho visto un tizio che parlava a una buca delle lettere e che, voltandosi verso di me, mi ha detto di essere un angelo. Gli ho dato una banconota da cinque dollari, tutto quello che avevo in tasca. Ho smesso da tempo di chiedermi perché al mondo ci siano così tante persone fuori di testa. Adesso mi sorprende che ce ne siano così tante sane.

 

 

Editore: NNEditore
Data di uscita: 21 febbraio 2019
Pagine: 240
Prezzo: 17.00 €
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Dopo la fine della sua relazione con Joel, Ruth torna dai genitori, ma il momento è tutt’altro che felice: suo padre Howard, un autorevole professore di Storia, sta lentamente perdendo la memoria e agisce senza rendersene conto, come quando getta i propri vestiti sugli alberi attorno casa. Sua madre Annie, convinta che tutto dipenda da una dieta povera di vitamine, smette di cucinare e chiede alla figlia di restare. Comincia così un anno che Ruth racconta giorno dopo giorno in un diario, facendo scorta dei ricordi che la mente del padre non riesce a trattenere. Con la complicità di Theo organizza un finto corso di studi per permettere a Howard di insegnare ancora; e scopre un taccuino in cui suo padre ha trascritto i momenti più belli e indimenticabili di Ruth da bambina, in attesa di consegnarle quegli attimi vissuti insieme.

 

Il nostro viaggio di carta e inchiostro oggi si inerpica lungo una ripida salita, una strada costellata di insidie che ci separano dalla conquista della vetta, un sentiero fatto di ricordi e memorie, alcune impresse con colori sgargianti ed altre, purtroppo, caratterizzate da una consistenza evanescente, grigia e fumosa. I ricordi sono uno strumento molto potente: custodiscono, come uno scrigno prezioso, istanti di vita; costruiscono la nostra persona, ci definiscono e sono parte di noi.
Cosa accade quando la memoria viene compromessa? Parliamo di Bye bye vitamine!, esordio letterario di Rachel Khong; l’autrice ci racconta in un romanzo scritto sotto forma di diario la sua esperienza con una malattia ad oggi inarrestabile.

 

È tutto un gran casino. Credo che il punto sia questo, che quando ero piccola mia madre era al suo meglio. e ora eccomi, un’adulta di merda che fa solo casino, una delusione. Che oggetti d’amore imperfetti che siamo, e che imperfetti donatori. I motivi per cui ci prendiamo cura l’uno dell’altro possono non avere niente a che fare con la persona di cui ci prendiamo cura. C’entra solo come eravamo noi insieme a quella persona – cosa sentivamo per quella persona.

 

Bye bye vitamine! è un romanzo dalle mille sfaccettature, ci trasporta in un mondo oscuro e inarrestabile, quello della malattia, quello dell’Alzheimer. L’ Alzheimer è una patologia subdola, colpisce inizialmente senza farsi troppo notare, lavora in modo silenzioso, fa in modo di non attirare troppo l’attenzione su di sè, improvvisi vuoti di memoria o errori risultano plausibili se commessi da una mente non più nel fiore degli anni. Invece è lì, divoratore silente di ricordi e informazioni; giorno dopo giorno erode la persona che affligge parte dopo parte, un pezzetto alla volta la priva di tutto: delle memorie, dei suoi cari, della propria indipendenza, di sè stesso ed infine della vita.
Rachel Khong tratta questo argomento delicato con estrema originalità, lo fa con voce ironica ed accattivante, racconta della malattia non regalandole la soddisfazione di essere protagonista, i protagonisti della storia sono i suoi personaggi, con le loro caratteristiche e particolarità, l’Alzheimer è una di queste. Trovo geniale la scelta di non far trasudare il miasma della malattia da ogni parola, ma di focalizzare l’attenzione sulla bellezza delle piccole cose, sulla gioia di riappropriarsi di un pezzo di passato e di donare l’eternità ad una attimo di felicità appena vissuto.

 

Alla fine capiamo cosa sta succedendo. Usavi i cani come sistemi mnemonici per ricordarti interi anni. Associavi occhi e orecchie a sensazioni o eventi di un determinato mese dell’anno: una partita di baseball era la tonalità di una pupilla, una battuta di pesca era l’unghia di un cucciolo. Dopo che sono scappati dieci cani, non ricordi più nulla degli ultimi dieci anni. Poi ne scappano altri cinque. Poi ti dimentichi di Linus. Poi ti dimentichi di me.

 

Ruth, dopo la fine di un lunga relazione, decide di tornare a casa dai genitori per aiutare la madre a combattere una dura battaglia, quella contro l’Alzheimer. Il padre di Ruth ha iniziato a soffrire di questa malattia, iniziando a commettere stranezze. La madre della protagonista è convinta che si tratti solo di una carenza di vitamine causata dall’inadeguatezza propria cucina, appende subito padelle e mestoli al chiodo, cibi in scatola e l’alluminio diventano bandidi in casa Young. Ruth invece sa bene che la fonte del problema non sono i piatti cucinati da Annie, qualcuono, o meglio qualcosa, ha iniziato a corrodere la mente di Howard. La giovane decide di lasciare il suo lavoro, abbandona San Francisco per tornare dalla propria famiglia per dare una mano, proprio come prima di partire per il collage. Howard Young, il padre di Ruth, era un autorevole professore di Storia, l’università e i suoi studenti erano la sua vita; dopo alcuni episodi strani, come presentarsi a lezione nei giorni sbagliati o dimenticarsi completamente degli esami, è stato messo alla porta dal direttore, un uomo con cui non è mai andato d’accordo. Privato del proprio lavoro e della possibilità di continuare ad insegnare con passione, la demenza del sig.Young non ha fatto altro che peggiorare, a poco a poco i momenti di confusione e smarrimento si sono iniziati a fare più frequenti. Theo, assistente di Howard, propone a Ruth di riportare in gran segreto il padre all’università per tenere un corso e ritornare ad insegnare, il corso ovviamente sarebbe stato seguito da un gruppetto di studenti al corrente della situazione.
Inizia così ad aver luogo un singolare corso universitario, un’esperienza che è trasmessa al lettore con tanto divertimento; risultano davvero esilaranti e rocamboleschi gli incastri per non essere scoperti dall’antipatico direttore.

 

Mi ero chiesta se dare cibo ai piccioni ti avrebbe aiutato a ricordare qualcosa. Me l’ero chiesta con ansia. Soffiava un vento leggero che portava con sé il profumo degli eucalipti, e faceva freddo, ma non troppo. Hai ripetuto che era una bella giornata, o perché ci tenevi davvero a dirmelo o perché ti eri dimenticati di averlo già detto, ma all’improvviso non aveva più importanza cosa ti ricordassi e cosa no, e ho capito che i ricordi non contavano. L’unica cosa importante era che fosse una bella giornata – e lo era.

 

Nel corso della storia la protagonista riesce a leggere alcuni vecchi scritti del padre, annotazioni apparentemente banali su quando era piccola, rimase molto affascinanta e stupita da quelle memorie, tanto che verso la fine del romanzo inizia ad essere lei stessa a prendere nota di quello che succede, di come il padre si comporta e di quello che le chiede, intrappolando per sempre quei momenti in un abbraccio di carta e inchiostro. Rivivere alcuni lampi dell’infanzia di Ruth con i commenti del padre è stata un’esperienza davvero dolcissima ed emozionante, talmente bella e preziosa che nel caso in cui in futuro dovessi avere un figlio mi piacerebbe molto metterla in atto: ritagliarsi quei pochi minuti per incidere per sempre avvenimenti che diversamente andrebbero persi per sempre. Trovo meraviglioso il tentativo di mettere un freno al tempo, un punto per non farsi portare via attimi di gioia e felicità. Nonostante la presenza di una malattia incurabile, Bye bye vitamine! è un inno alla vita, alla felicità e alla famiglia; è un romanzo che spinge a riflettere su quanto sia facile perdersi e perdere tempo prezioso con sé stessi e con i propri cari, tempo che non ci verrà inesorabilmente restituito dal Tempo stesso. È un romanzo che incoraggia a fermarsi un attimo, godersi il momento e cercare di imprimerlo per sempre nella memoria, perché tutti i singoli attimi che viviamo e di cui ci dimentichiamo il giorno stesso sono parte di noi.

 

Stasera un uomo ha trovato i pantaloni di papà su un albero addobbato con le lucine natalizie. Questo sconosciuto ha chiamato e ha detto: «Ho qui un paio di pantaloni. Sono di un certo…Howard Young?».
«Oh, cazzo» ho detto. Ho messo giù il telefono e ho controllato che papà fosse in casa e avesse i pantaloni. Era in casa, e ce li aveva.
Ieri, su ordine di mamma, ho preso un pennarello indelebile e scritto il nome di papà e il nostro numero di telefono sulle etichette di tutti i suoi vestiti.
Poi, a quanto pare, papà deve aver lanciato i vestiti numerati sugli alberi in segno di protesta.

 

Bye bye vitamine! è un viaggio alla (ri)scoperta delle piccole cose, è una storia di affetto e coraggio, una storia di cambiamento ed accettazione, è un non arrendersi e lasciarsi andare in balia delle onde del destino ma di rialzarsi e combattere per essere felici. L’esordio di Rachel Kohng è davvero imperdibile.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NNeditore per la copia omaggio

 

May the Force be with you!
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